Storia della Romania
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Il territorio dell'attuale Romania era abitato attorno al 200 AC dai Daci, una tribù dei Traci. Alla fine nacque uno stato sotto il governo del Re Burebista (70 AC-44 AC). Sotto il suo regno i Daci divennero uno stato potente che minacciava anche gli interessi dei Romani nella regione. Giulio Cesare era deciso ad intraprendere una campagna contro i Daci, ma fu assassinato nel 44 AC.
Qualche mese più tardi, Burebista condivise la stessa fine, assassinato dai suoi stessi nobili.
Il suo potente stato fu diviso in quattro e non si riunificò fino al 95 DC, sotto il regno di Decebalus.
Lo stato Dacio sostenne una serie di conflitti con l'Impero romano in espansione e fu infine conquistato nel 106 DC dall'Imperatore romano Traiano, durante il regno del re dacio Decebalus. Fronteggiata dalle successive invasioni di tribù germaniche, l'amministrazione romana si ritirò due secoli più tardi.
Seguirono delle vaste ondate di invasioni: gli Slavi nel settimo secolo, gli Ungheresi nel nono secolo ed i Tartari nel tredicesimo secolo. Tuttavia l'invasione più importante e con più influenze fu la migrazione nel settimo secolo dei Vallachi, una popolazione latina che occupò vaste porzioni del territorio oggigiorno chiamato Romania dopo aver oltrepassato il Danubio da Sud, combinandosi con i Daco-Romani e gli Slavi per formare la nazione Rumena.
Furono creati molti piccoli e temporanei stati rumeni, ma soltanto nel quattordicesimo secolo nacquero i principati più grandi di Moldavia e Vallachia per combattere una nuova minaccia nella forma dei Turchi ottomani, che conquistarono Costantinopoli nel 1453. Nel 1541, l'intera penisola balcanica e gran parte dell'Ungheria erano province Turche. La Moldavia, Vallachia e Transilvania restarono autonome, sotto la sovranità degli ottomani.
La conquista ungherese della Transilvania durò circa due secoli. Nel undicesimo secolo la Transilvania diventò una parte largamente autonoma del regno ungherese e comniciò ad essere colonizzata dagli ungheresi (più specificamente gli 'Szeckelies' ) e da un certo numero di tedeschi, sebbene il numero dei colonizzatori non superò mai quello dei rumeni.
Nell'anno 1600 i tre principati rumeni furono, per un breve periodo, uniti dal principe Vallaco Mihai Viteazul, ma l'unità scomparve quando Mihai fu ucciso, soltanto un anno più tardi, dai soldati di un ufficiale austriaco.
Alla fine del diciassettesimo secolo Ungheria e Transilvania divennero parte dell'impero austro-ungarico dopo la sconfitta dei Turchi. Gli austriaci, a loro volta, espansero rapidamente l'impero: nel 1718 un'importante parte della Vallachia, chiamata Oltenia, fu incorporata nell'impero austriaco e ritornò alla Turchia soltanto nel 1739.
Nel 1775 l'impero austriaco occupò la parte nordoccidentale della Moldavia, chiamata più tardi Bucovina, mentre la parte orientale del principato (chiamata Bessarabia) fu occupata nel 1812 dalla Russia.
Come in gran parte dei Paesi europei, il 1848 portò rivoluzione alla Moldavia, Vallacia e Transilvania.
Gli scopi dei rivoluzionari erano di completare l'indipendenza delle prime due e l'emancipazione nazionale della terza e rimasero incompiuti; furono tuttavia la base di successive evoluzioni. Inlotre il sollevamento aiutò la popolazione dei tre principati a riconoscere la loro unità di lingua ed interessi.
Tassati pesantemente e mal amministrati sotto l'impero ottomano, nel 1859, sotto incitamento e suggerimento di Napoleone III re di Francia, il popolo di Moldavia e Vallachia elesse la stessa persona -- Alexander John Cuza -- come principe. Così nacque la Romania.
Nel 1866 il principe tedesco Karl di Hohenzollern-Sigmaringen fu scelto come principe, con una mossa atta ad assicurare un appoggio tedesco per la futura indipendenza. Nel 1877 Karl condusse le armate rumene in una Guerra di Indipendenza piena di successo e fu coronato come primo re della Romania nel 1881.
Il nuovo stato, stretto tra le grandi potenze degli imperi ottomano, austro-ungarico e russo, con vicini slavi su tre fronti, guardò a ovest, particolarmente alla Francia per i suoi modelli culturali, educativi ed amministrativi. Nel 1916 la Romania entrò nella Prima Guerra Mondiale a fianco della Triplice Intesa. Alla fine della guerra gli imperi austro-ungarico e russo svanirono; gli organi governativi creati in Transilvania, Bessarabia e Bukovina scelsero l'unione con la Romania, creando la Grande Romania.
La maggior parte dei governi Rumeni dell'interguerra mantennero la forma, ma non la sostanza, di una monarchia liberale e costituzionale. Il quasi mistico movimento nazionalista Guardia di ferro, divenne un fattore politico rilevante sfruttando le paure del comunismo e provava risentimento per una allusiva dominazione straniera ed ebrea dell'economia. Nel 1938 per prevenire la formazione di un governo che avrebbe incluso ministri della guardia di ferro, re Carol II sciolse il parlamento e istituì una dittatura regale di vita corta.
Nel 1939, la Germania e l'Unione Sovietica firmarono il patto Molotov-Ribbentrop che stipulava, tra le altre cose, l'"interesse" sovietico alla Bessarabia.
Come risultato del patto Molotov-Ribbentrop la Romania perse territorio sia all'est che all'ovest. Nel giugno 1940, dopo aver dato un ultimatum alla Romania, l'Unione Sovietica prese la Bessarabia e la Bucovina. Due terzi della Bessarabia furono combinati con una piccola parte di territori dell'URSS per dar luogo alla Moldavia. Il resto fu aggiunto alla RSS Ucraina.
Nel 1940-41 l'autoritarion generale Ion Antonescu prese il potere. Nell'agosto 1940, la parte nord della transilvania fu "ridata" da Germania e Italia alla Ungheria. La Romania entrò nella seconda guerra mondiale a fianco delle Potenze dell'Asse nel giugno 1941, invadendo l'unione sovietica per recuperare la Bessarabia e la Bucovina.
Nell'agosto 1944, un colpo di stato condotto dal re Michael, con il supporto degli appositori politici e dell'esercito depose la dittatura di Antonescu e mise l'esercito della Romania affianco agli Alleati. La Romania ebbe pesanti perdite nella lotta contro i tedeschi in Transilvania, Ungheria e Cecoslovacchia.
Alla fine della Seconda Guerrra Mondiale, la Transilvania del nord ritornò alla Romania, ma Bucovina, Bessarabia e la Dobrogea del sud furono perdute. La repubblica socialista sovietica acquistò l'indipendenza soltanto nel 1991, sotto il nome di Moldavia.
L'occupazione sovietica che seguì la seconda guerra mondiale sfociò alla costituzione di una Repubblica Popolare comunista nel 1947 ed all'abdicazione del re Michael, che venne mandato in esilio.
Negli anni 1960, il governo comunista rumeno cominciò ad asserire una certa indipendenza dall'Unione Sovietica. Nicolae Ceauşescu divenne capo del partito comunista nel 1965 e capo di stato nel 1967. La denuncia di Ceauşescu dell'invasione sovietica nel 1968 della Cecoslovachia ed un breve rilassamente della politica interna di repressione lo aiutò ad ottenere una buona immagine sia in patria sie nell'Ovest.
I capi di stato occidentali, sedotti dalla politica estera "indipendente" di CeauÅŸescu erano lenti a scagliarsi contro un regime, che alla fine degli anni 1970, era diventato di più in più aspro, arbitrario e capriccioso. La rapida crescita economica animata dai crediti esteri diede spazio ad una stringente austerità e una severa repressione politica.
Il governo del presidente Nicolae CeauÅŸescu divenne sempre più draconiano negli anni 1980.
Dopo il collasso del comunismo nel resto dell'Est europeo nella tarda estate ed autunno del 1989, una protesta a metà dicembre a TimiÅŸoara contro la rimozione forzata di un ministro ungherese crebbe ad una protesta nazionale contro il regime di CeauÅŸescu togliendo il dittatore dal potere. Ion Iliescu prese il suo posto il 22 dicembre. CeauÅŸecu fu immediatemente arrestato, e dopo un processo veloce fu giustiziato il 25 dicembre. Circa 1.550 persone furono uccise in confusi combattimenti sulle strade. Una improvvisata coalizione politica, il Fronte di Salvezza Nazionale (FSN) si installò e proclamò la restaurazione della libertà e democrazia. Il partito comunista fu messo fuori legge, e le misure più impopolari di CeauÅŸescu, come il divieto di aborto e contraccezione ritirati.
Le elezioni presidenziali e parlamentari furono tenute il 20 maggio, 1990. Gareggiando contro i partiti d'avanguerra Partito Nazionale dei Contadini e Partito Nazionale Liberale, Iliescu vinse con l'85% dei voti. Il FSN prese due terzi dei posti in parlamento, nominò un professore universitario, Petre Roman come Primo Ministro e cominciò delle timide riforme di mercato libero.
Dal momento che il nuovo governo era ancora largamente formato di ex-comunisti, i protestanti anti-comunisti si accamparono nella Piazza dell'Università a Bucarest nell'aprile 1990. Due mesi più tardi i "hooligan" vennero brutalmente dispersi dai minatori della valle di Jiu chiamati dal presidente Iliescu. I minatori attaccarono anche le sedi e case dei leader di opposizione. Il governo di Petre Roman cadde nel tardo settembre 1991, quando i minatori ritornarono a Bucarest chiedendo un rialzo dei salari. Fu creato un governo tecnico, presieduto da Theodor Stolojan fino alle successive elezioni.
Una nuova costituzione democratica, redatta dal Parlamento, fu approvata per referendum popolare nel dicembre 1991. Nel settembre 1992 il presidente Iliescu vinse un nuovo mandato con una netta maggioranza e diede pluralità al suo partito, il FDSN. Con il supporto parlamentare dei partiti nazionalisti PUNR e PRM e del partito ex-comunista PSM fu formato un governo tecnico nel novembre 1992 presieduto dal Primo Ministro Nicolae Văcăroiu, un economista.
Emil Constantinescu della coalizione elettorale Convenzione Democratica (CDR) sconfisse Iliescu nel secondo turno di votazioni e lo rimpiazzò. Victor Ciorbea fu nominato ministro. Ciorbea rimase in ufficio fine al marzo 1998, quando fu rimpiazzato da Radu Vasile (PNTCD), ma nelle elezioni del 2000 il Partito Socialdemocratico (PSD) e Iliescu vinsero di nuovo il potere e Adrian Năstase divenne premier.
Nel 2002, la Romania è stata invitata a unirsi alla NATO. Nello stesso anno l'UE confermò il suo forte sostegno per entrata nel 2007 della Romania.
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